La nostra storia

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Cretone di fondazione medioevale, sorge su un rilievo (167 m s.l.m.) costituito da terreni marini sabbiosi e limosi del Pliocene superiore (2,5-1,8 milioni di anni fa).

A partire dal Pliocene inferiore, in seguito al ritiro del mare, nell’area, si imposta un ambiente continentale, caratterizzato dalla presenza di ampie vallate incise dai corsi d’acqua tributari dell’antico Tevere, sorgenti(anche minerali), boschi, macchie, che “crearono” un ambiente favorevole alla vita vegetale ed animale.

Numerose campagne di scavo, in siti ubicati prevalentemente nella valle del Fosso della Fiora, hanno permesso di recuperare resti di Elephas (Palaeoloxodon) Antiquus, Bos Primigenius, Hippopotamus Amphibius, Equus sp, Stephanorhinus sp,e cervidi del Pleistocene medio (500.000-400.000 anni fa) e industria paleolitica.

 

 

Le origini del centro abitato di Cretone risalgono al VII secolo a.C., quando il colle venne occupato per la prima volta dalle popolazioni sabine.

Non è noto il nome con cui anticamente veniva identificata la città (AMERIOLA, MEDULLIA O CAMERIA?), la cui economia era basata molto probabilmente sull’agricoltura e sulla pastorizia.

I materiali archeologici, hanno permesso di ricostruire gli elementi principali del centro protostorico-arcaico del VII-VI secolo a.C. quali: acropoli, abitato e necropoli.

L’acropoli, ubicata sulla sommità dell’altura, e di cui solo recentemente si è rinvenuta un tratto di cinta muraria dell’acropoli, è coincidente con l’attuale centro storico.

L’antico abitato occupava probabilmente tutto il colle, su cui si dispone il paese moderno, ed era isolato da un fossato difensivo, le cui evidenze, insieme ad abbondanti  strutture abitative, si rinvengono nel pianoro sotto il belvedere che si affaccia verso i Monti Lucretili e i Monti Sabini.

La necropoli, ubicata lungo il Fosso delle Grottoline (nome del tratto del Fosso della Fiora che scorre a valle di Cretone), ha restituito corredi di età orientalizzante (sec.VII) comprendenti ceramica, bronzi, armi, oggetti preziosi che dimostrano flussi commerciali con l’area falisco-capenate e una produzione ceramica locale.

L’identità sabina si perde con la conquista romana nel 290 a.C. da parte del console Manio Curio Dentato che di conseguenza portò alla decadenza di tutti i centri sabini e si affermò, a partire dal II sec. a.C., un tipo di economia basata sulla villa rustico-residenziale con produzione di vino, olio, cereali ed ortaggi.

    

In epoca post romana il primo nucleo abitato di Cretone sembra essersi formato intorno ad una chiesa rurale romanica intitolata a S.Vito Martire  posta lungo Viale Roma in corrispondenza del vecchio cimitero.Solo più tardi, più a nord ed in posizione più elevata nasce il villaggio fortificato, il castrum, dotato di chiesa intitolata alla Madonna.

Il Castrum Cretonis viene menzionato per la prima volta in un atto di compravendita del 30 settembre 1276, dal quale risulta l’acquisto del castellarium Podii de Flora da parte di Deodatus de Cretone probabilmente fondatore del castrum. Il 17 giugno 1278 tra i confini di Palombara troviamo il “tenimentum castrorum Domini Deodati de Cretone “ ovvero il territorio di Cretone stesso e Castelchiodato che incontriamo per la prima volta nominato in un atto.

All’atto della vendita del Podium de Flora, il Castrum Cretonis si trovava nel pieno della sua attività di produzione agricola e con un nucleo abitativo stabile.

Onorio IV (1285-1287) Savelli, aveva lasciato alla famiglia, durante il suo pontificato, varie terre e castelli in Sabina.

   

Dal 1334 il castrum risulta proprietà di Giacomo Savelli, infatti viene citato come confinante dei beni dell’ordine di San Giovanni di Gerusalemme “Castrum Cretonis quod est Jacobi Sabelli”, ma già dal 1328 Giacomo Savelli, destituito insieme a Sciarra Colonna dai guelfi di Bertoldo Orsini, si arroccò nell’imprendibile Palombara e provvide a rafforzare i castelli di Cretone, Stazzano e Castelchiodato.

Nella seconda metà del XIII secolo, Cretone subì un calo demografico, a seguito anche del succedersi delle epidemie, con conseguenti crisi della cerealicoltura e un incremento dell’allevamento. Tuttavia alla fine del Cinquecento, il paese acquisisce di nuovo una certa consistenza in qualità di feudo, pur essendo piccolo e privo di alcuni servizi principali dell’epoca, quali il forno e il macello.

Un documento il REGISTRUM JURISDICTIONIS EPISCOPATUS SABINENSIS del 1343 ci dà un elenco delle chiese del territorio:   Castrum Cretonis “item accesit et visitavit ecclesiam sancti Viti de castro Cretonis in qua est unus presbiter rector et unus clericus, ecclesiam sancte Marie, ecclesia sancti Iohannis de morella, ecclesiam sancte Iuste de dicto castro, in qua est unus clericus”.

Da questa descrizione sembra che nel territorio di Cretone ci siano almeno 4 chiese.

La peste nera del 1348, che ha decimato l’intera Europa, è stata la conseguenza del calo demografico degli anni successivi.

Nel 1416 veniva tassato per 24 fuochi e riceveva 5 rubbia di sale, mentre in un documento scritto tra 1422 e il 1424 risulta che Cretone contava 200 o poco più abitanti, dati in contrasto fra loro.

Il 18 giugno 1444, Giovan Battista Savelli lascia i castelli di Palombara, Cretone, Castelchiodato, Nazzano, Cantalupo, Montorio, Aspra, Monte Verde e Poggio Monte Albano, a Giacomo suo figlio minore.

Nel  testamento dell’11ottobre 1445, Battista Savelli conferma di  lasciare a Giacomo i castelli di Cretone, Palombara e Castelchiodato.

Nel 1460 la ribellione di Giacomo Savelli  a papa Pio II porto nel 1461, da parte di Alessandro Sforza e Federico da Montefeltro, alla conquista di Cretone “che fu espugnata dopo molte difficoltà; infatti le mura avevano uno spessore di sedici piedi, eppure, benché i cittadini vi riponessero una grande fiducia, furono buttate giù e smantellate. Tutto il centro abitato fu distrutto e dato alle fiamme”

Dopo la resa Pio II perdonò Giacomo Savelli e lo lasciò anche padrone della rocca di Palombara e Aspra requisendo gli altri castelli.

Con queste parole Pio II congedò Giacomo Savelli dopo l’atto di sottomissione “Conserverai il possesso di Aspra e Palombara, te ne facciamo dono, se vivrai rettamente, potrai sperare più grandi benefici”

Il 3 agosto dello stesso anno gli abitanti di Cretone, che avevano resistito al Duca di Urbino (Federico da Montefeltro), furono costretti ad andare a Tivoli dove si trovava Pio II, a fare atto di sottomissione ed a giurare fedeltà al Pontefice. Due anni dopo (1463) Cretone fu venduta dalla Camera Apostolica a Pandolfo Savelli signore di Rignano e fratello di Giacomo il ribelle.

Con il testamento del 27 luglio 1463 Giacomo Savelli lascia la mola di Cretone alle tre figlie Bartolomea, Battistina e Leonarda.

Dopo il 1461 iniziò la decadenza dei Savelli agli occhi del potere pontificio essendo visti come oppositori.

Secondo il bilancio della Camera Apostolica negli anni 1480-81, Cretone terra del Cavalier Savelli, aveva 85 abitanti circa.

Nel 1482 Troiano Savelli, signore di Cretone e Ariccia, era in guerra con il ramo di Albano alleato del Duca D’Aragona figlio del re di Napoli e Ludovico Savelli, quest’ultimi presero Cretone che fu occupata dai soldati del papa al che i Savelli D’Ariccia mossero in forze per riprenderlo, lo scontro avvenne il 20 gennaio 1483 sotto le mura del castello e cadde ucciso Onorio di Francesco Savelli.

Nel 1498 Troiano Savelli, padrone di Cretone e metà Palombara in discordia ed in guerra con gli altri Savelli, insieme a Bartolomeo D’Alviano e Liviano Orsini, attacca il Cardinale Giovan Battista Savelli signore dell’altra metà di Palombara ma viene respinto dal

nipote di quest’ultimo Troilo che riesce a dare fuoco, lanciando pece bollente dal muro del soccorso che divideva le due proprietà, al borgo facendo fuggire gli aggressori.

 

Dal racconto del Sansovino sembra che Troiano si sia recato a Palombara per prendere possesso della sua metà del castello e la battaglia si sia svolta entro le mura cittadine.

 La cosa più probabile è che Troiano in lite con Troilo abbia tentato il colpo di mano, ce lo dimostra il fatto che si era portato dietro un consistente numero di macchine da guerra (lo dice il Sansovino) e Bartolomeo D’Alviano e Liviano Orsini.   

Il 12 aprile 1498 venne nuovamente distrutta Cretone dai Colonna, Troiano e Silvio Savelli furono fatti prigionieri, poi usciti da Cretone per andare ad assediare Palombara, all’altezza di Ponte Lavatore (Poggio Cesi) ingaggiarono battaglia con gli Orsini, sul campo rimasero più di 400 morti.

Il 5 agosto 1501 Papa Borgia dichiara i Savelli e i Colonna ribelli privandoli dei beni, il 15 novembre 1501 Cretone insieme ad altri castelli viene concessa a Giovanni Paolo Orsini che lo detiene fino alla morte del papa avvenuta il 18 agosto 1503.

Anche nei primi mesi del 1503 c’è comunque un’altra distruzione di Cretone, prima della morte del Papa, da parte di Muzio Colonna, tornato da Napoli, chiamato da Silvio Savelli, per riprendere i possedimenti che gli erano stati tolti da papa Borgia (Alessandro VI) per darli agli Orsini.

Pio III vive solo 26 giorni, il suo successore Giulio II restituì ai Savelli ed ai Colonna tutti i castelli loro strappati.

 

Nel 1516 viene costruito dai Savelli un ponte sulla Fiora, che sostituisce il precedente probabilmente in legno, ed ottengono da papa Leone X Medici il diritto di pedaggio, per cui chiunque vi transitasse doveva pagare ai Savelli un pedaggio. Nei pressi del ponte vi era anche una Chiesa intitolata a Santa Maria del Carmine alla Fiora costruita nel 1614 dal Duca Giovanni Savelli, e distrutta a colpi di ruspa in una notte del 1977, un’Osteria e la Mola, quest’ultima è ancora in piedi anche se manca il tetto.

Papa Leone X Medici

Il 29 gennaio 1549, il Card. Bernardo Salviati, gran priore di S.Basilio, concedeva a Bernardino e Federico Savelli, a terza generazione, un appezzamento del tenimento di Cretone.

IL 27 luglio 1563 Giovanbattista Savelli uccide la moglie Vittoria anche lei una Savelli ed il fratellastro di lui Troiano Savelli, i due erano amanti e furono sorpresi in flagranza nella stanza di lei. Giovanbattista Savelli si appellò al delitto d’onore all’ora governatore di Roma Alessandro Pallantieri. In seguito al sopralluogo eseguito sul luogo del delitto, il Pallantieri fece sequestrare molti beni di cui parecchi presero la via del palazzo del Governatore.

Il 14 novembre 1569 Camillo Savelli è tutore dei figli di Giovanbattista Savelli e prende possesso dei castelli di Cretone ed Albano vendutigli da Cristoforo Savelli di Albano il 14 settembre 1569 il possesso è formale dopo la morte di Giovanbattista Savelli.

Lo restituirà alla sua morte nel 1589 con testamento del 27 marzo 1589, alla linea masculina dei Savelli di Rignano e Palombara.

Dalla lista del sale e focatico negli anni 1594/1615 Cretone è tassato per 10 famiglie e 30 abitanti circa.

Nel 1599, apparteneva al vescovo di Gubbio, Mariano Savelli, una parte della mola a grano sotto Cretone, la tenuta di S. Basilio nel territorio di Palombara e i castelli di Cretone, Castelchiodato e Grotte Marozza.

IL 22 settembre 1605 Paolo e Federico Savelli prendono possesso del castello in esecuzione del testamento di Camillo Savelli, come eredi di Fabrizio Savelli. Nel 1628 abbiamo 48 anime, mentre  nel 1636, 20 famiglie e 60 anime.

Nel 1635 il Cardinal Giulio Savelli vendette con approvazione di Urbano VIII Cretone e Castelchiodato al Cardinal Bernardino Spada.

Nel 1637 Palombara e Stazzano  furono venduti dai Savelli a Marcantonio Borghese in quell’atto si stabiliva che i Savelli non potevano più essere molestati dai creditori sopra i beni di Cretone e Castelchiodato che tornavano insieme a S.Giovanni in Argentella a disposizione della Camera Apostolica che successivamente li cedeva ai Spada.

Diciannove anni dopo, il 20 aprile 1656 furono venduti anche Cretone e Castelchiodato da Bernardino Savelli a Marcantonio Borghese.

1656 anno del primo censimento dello Stato Pontificio, Cretone ha 60 anime, mentre nel successivo del 1701 abbiamo 25 famiglie circa e 80 abitanti.

Un memoriale scritto dal Governatore di Collevecchio il 1 ottobre 1718 dove gli abitatori di Cretone chiedono alla Congregazione del Buon Governo di non pagare quanto richiesto dal Cuinetti affittuario della Tesoreria Pontificia (paragonabile all’attuale Gerit Equitaila) adducendo il fatto di non essere comunità senza priori né medico né chirurgo né maestro di scuola né servizi comuni da pagare. L’istanza viene accolta e gli abitanti di Cretone vengono lasciati in pace.

Invece nel 1730 si vuole tassare Cretone come altri paesi vicini per il risarcimento della via Flaminia ed il pagamento delle truppe di Ferrara, vi è una protesta da parte di anziani del luogo in una fede notarile datata 18 novembre 1730, uno dei capi popolo, Pietro Gentili viene incarcerato dagli appaltatori della via Flaminia e viene rilasciato solo su garanzia di Vincenzo Gentili dopo aver pagato per gli “sbirri di Palombara” 5 giuli e 1 giulio al Balìo che ha accompagnato gli “sbirri”. Intanto i fuochi sono 24 ed anime 72.

Il 18 gennaio 1731 l’Uditore di Palombara fa pervenire alla Congregazione del Buon Governo un’attestazione dove dichiara di non essersi mai recato a Cretone a fare udienza pertanto non è considerata comunità quindi non soggetta a tassazione. Anche questa volta è andata bene. Nel 1750 ci sono 74 abitanti e nel 1782 siamo a 115.

Il 22 dicembre 1775 viene costituita la Confraternita del SS. Sacramento e S. Vito Martire, con relativo statuto, sotto il patrocinio del Cardinal Carlo Rezzonico Vescovo di Sabina e Camerlengo,  annunciata e pubblicata durante la Messa cantata il 10 marzo 1776, dall’allora arciprete di Cretone Francesco Serafini  presenti come testimoni Fra Mariano da Jesi predicatore Cappuccino

e Federico Petrocchi che controfirmano il documento.
 

 Il documento viene registrato il 15 dicembre 1781 da Francesco Antonio Ferrari foraneo di Palombara e Giuseppe Sestili Notaio, il Cardinal Andrea Corsini Vescovo di Sabina lo controfirma il 31 dicembre 1781.

Siamo nel 1801 il 25 febbraio un’Ordine Circolare della Sacra Congregazione del Buon Governo a firma del Cardinal Ignazio Busca, attesta che Cretone è comunità e di conseguenza pagherà tasse e gabelle che gli si chiederanno.

Per la prima volta nel 1807 viene inciso un sigillo di Cretone nel quale è l’immagine di S. Vito  contornato dalla scritta “Comunitas Cretonis”. Il sigillo appare su un documento del 24 agosto 1816. Nel nuovo ordinamento dello Stato Pontificio, il 6 luglio 1816 Cretone sarà  “appodiato di Palombara”. Il 12 ottobre dello stesso anno Camillo Borghese (marito di Paolina Bonaparte) rinuncia definitivamente ai diritti feudali su Cretone, così come aveva già fatto nel 1798 suo padre Marcantonio Borghese, nell’anno I della Repubblica Romana e ripristinati subito dopo la Restaurazione del potere Pontificio.

   

Fonti: Archivio Segreto Vaticano, Archivio di Stato di Roma, Archivio della Camera Apostolica.

La cronologia è stata ricavata dagli scritti, dalle suddette fonti e successive ricerche da Franco Serrecchia che si riserva di pubblicare ulteriori integrazioni a quanto fin qui scritto.