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Palombara - Un comitato in difesa dell’ospedale

Primo problema: il pronto soccorso deve poter garantire assistenza anche ai pazienti in codice rosso

 

 Dopo due anni dalla conversione dell'ospedale di Palombara in Casa della salute i cittadini, fatta la spesa del declassamento sulla propria pelle, si mobilitano. Nasce così il “Comitato in difesa dell'ospedale”. Una proposta che intende informare e sensibilizzarecittadinanza, amministratori e dirigenti Asl di un problema avvertito non solo a Palombara ma in tutti i paesi circostanti.

"Come cittadini - spiega Renato Girlando, tra i promotori del comitato - abbiamo avvertito l'obbligo di non rimanere spettatori di questa trasformazione, ma di giocare un ruolo attivo e di stimolo, sia nei confronti dell'amministrazione sia della direzione generale della Asl Rm G, affinché il nostro ospedale possa ritornare un punto di riferimento per tutto il territorio, garantendo i servizi fondamentali e quelli di urgenza". In sostanza il comitato chiede la corretta ed integrale attuazione del protocollo d'intesa,pulato il 18 dicembre 2006 tra il Comune di Palombara, la Regione Lazio e la Asl Rm G, nel quale si sanciva la trasformazione del San Salvatore in Casa della salute e si fissava l'istituzione di servizi e attività, ad oggi ancora incompleta.

Le richieste, nello specifico , riguardano il potenziamento di alcune prestazioni già esistenti e la realizzazione di quelle non ancora attivate. In primis il problema del primo soccorso che, secondo il comitato, andrebbe dotato di attrezzature e personale necessari, affinché possa garantire assistenza anche ai codici rossi e possa rendersi autonomo da quelli di Tivoli e Monterotondo, anche con il collegamento con il 118.

Nel protocollo si parla di ospedale di comunità con venti posti letto gestiti dai medici di medicina generale, di riabilitazione e lungodegenza per 52 pazienti, di hospice per 20 posti, di diagnostica di immagine avanzata (Tac compresa): niente di questo è stato fatto. Inoltre era previsto il passaggio da 57 a 90 posti letto (oggi non esistono più nemmeno i 57 di partenza).

Richieste queste tanto più lecite, dal momento che, lo stesso protocollo prevede l'inserimento della Casa della salute di Palombara Sabina nella sperimentazione nazionale relativa a questo innovativo modello assistenziale, mentre si assiste in realtà ad un progressivo depotenziamento. Sono oggi attivi ambulatori polispecialistici, day hospital medico e oncologico, day surgery, day service, reparto di degenza a gestione infermieristica (15 posti) nonché strutture sociosanitarie quali il consultorio familiare e il centro di salute mentale.

“Ci muoveremo con iniziative di coinvolgimento, raccolta firme, banchetti informativi - conclude Girlando - per mantenere alta l'attenzione nei confronti di questa situazione e cercare di ottenere risultati concreti.

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